Cantiano (PU) – 31 marzo 2023 – Tutto il paese vive l’effervescenza dell’attesa.
La Turba del 7 aprile 2023 è destinata a rimanere agli atti della manifestazione e nella memoria collettiva cantianese come un’edizione “straordinaria”. Dopo 3 anni di fermo (L’ultima edizione si è svolta nel 2019) dovuti alla pandemia e dopo la devastante alluvione che ha colpito il paese lo scorso settembre 2022, la Turba riparte malgrado i danni provocati dalla furia delle acque che hanno spazzato via buona parte del patrimonio di costumi ed accessori di scena. Le scenografie, realizzate in legno, hanno fortunatamente resistito alla violenza degli elementi e, dopo una mirata pulizia dal fango, potranno tornare nel centro storico in tutta la sua maestosità.
Ad agire per la ripartenza della manifestazione è stato il binomio vincente della carica identitaria della sacra rappresentazione cantianese abbinata alla cosiddetta intelligenza sociale di chi, liberamente, non ha avuto paura di rimboccarsi le maniche. Sotto la supervisione dell’Associazione culturale LA TURBA, che tradizionalmente è promotrice del Venerdì Santo a Cantiano, tantissimi “turbanti”(neologismo tutto cantianese, coniato nel tempo, per definire coloro che si impegnano nella “Turba” del Venerdì santo, tra cui moltissimi ragazze e ragazzi che hanno messo a disposizione il loro tempo libero, in molti casi il loro dopolavoro, per contribuire al ripristino del patrimonio collettivo a cui tutti si sentono di appartenere: i costumi e i palchi della Turba.
C’è chi si è preso l’onere di liberare dal fango i “palchi”, verificando l’idoneità delle strutture. C’è chi, mosso dal desiderio di rivalsa sulla distruzione, si è occupato della ricerca e dell’acquisto di nuovi costumi.
Le costumiste e le sarte, sia quelle storiche sia quelle improvvisate accorse per un supporto spontaneo, si stanno attivando da mesi per ricostruire costumi ed accessori. Magari, con qualche nuova ispirazione creativa per sconfiggere lo scoraggiamento.
In ogni caso, anche per questa particola edizione, l’apparato scenico che caratterizza la Turba, rappresenta senza ombra di dubbio uno dei punti di forza del sacro dramma, sia per l’imponenza che per la sua collocazione all’interno del tessuto urbano e paesaggistico del paese.
Per alcuni giorni il paese di Cantiano si trasformerà. Nei pressi dei giardini pubblici verrà allestito il Cenacolo, luogo deputato all’istituzione dell’Eucaristia, ma anche del tradimento e della cattura del Cristo.
Nell’ampia Piazza Luceoli vengono innalzate le strutture che rappresentano il Tempio dei Sacerdoti, il Pretorio romano e la Reggia di Erode. Questo sarà l’imponente palcoscenico sul quale centinaia di persone faranno la loro comparsa e interpreteranno con devozione le scene del processo e della condanna.
L’ultima scena, la salita al Calvario, sfrutta al meglio la morfologia del territorio, in questo caso la collina sopra il paese con i ruderi della rocca medievale. Qui avverrà l’epilogo scandito da una processione di figuranti illuminata da centinaia di torce. L’annuncio della risurrezione e l’omaggio al Gesù morto da parte dei personaggi concluderanno la serata.